23 Dicembre. Il
Presidente della Repubblica Mattarella
firma l’atto di clemenza nei confronti di Robert
Seldon Lady e Betnie Medero,
agenti della CIA condannati in Italia per il sequestro avvenuto a Milano nel
2003 ai danni dell’imam egiziano, Abu
Omar.
Robert Seldon Lady
doveva scontare nove anni (poi divenuti sei con l’indulto) di reclusione, Betnie Medero 4 anni. L’allora ministro
della Giustizia Paola Severino
richiese l’estradizione (Luglio 2013) del solo Seldon Lady, imponendo che l’estradizione venisse richiesta solo a
condannati per pene superiori ai quattro anni, il che già esclude Betnie Medero. Con l’atto di clemenza
firmato da Mattarella si riduce la pena di Seldon Lady da sei a
quattro anni, ponendolo sotto la soglia stabilita dalla Saverino e vanificando la richiesta di
estradizione.
È ovvio ipotizzare che Mattarella
stia continuando il lavoro iniziato da Napolitano
(che salvò 22 agenti della CIA su precisa richiesta di Obama) per migliorare i rapporti con gli Stati Uniti. È possibile supporre che questo gesto serva ad
ottenere un forte aiuto per il caso dei Marò detenuti in India.
A questo punto è necessario comprendere se l’atto è da
considerarsi legittimo costituzionalmente: secondo la sentenza n.200 del 2006
(Che potete scaricare qui: http://1drv.ms/1kn99k0), la Corte Costituzionale
chiarisce esplicitamente la “finalità essenzialmente umanitaria”
– rispettando – “i valori costituzionali
garantendo soprattutto il senso di
umanità” dell'atto di clemenza.
L’atto di grazia per i due agenti non é in linea con la
finalità essenzialmente umanitaria dell’atto, visto che la decisione è stata prettamente
politico-diplomatica.
Non bisogna dimenticare il reato per cui i due agenti sono
stati condannati: extraordinary
renditions, espressione che non ha
nemmeno una definizione ufficiale. La Corte
europea dei diritti dell’uomo ha
definito tale pratica come “un trasferimento extra giudiziale di persone da una
giurisdizione a un’altra o da uno Stato a un altro, affinché siano detenute o
interrogate al di fuori del normale contesto legale, ove sussista un rischio
reale di tortura o di trattamenti crudeli, inumani o degradanti”. Tale pratica è
talmente grave da essere considerato dagli Stati che compongono l’Unione
Europea non compatibile con i principi fondamentali
di uno Stato di diritto.
Quest’ultimo punto spinge ancora di più a pensare che il
Presidente Mattarella dovesse prediligere il senso di umanità, salvaguardando i principi dello Stato di diritto.
A quanto pare al Presidente
è bastato sapere che gli Stati Uniti abbiano interrotto la pratica delle extraordinary renditions, come se in
qualche modo questo espiasse le colpe dei condannati.
Pare necessario a questo punto riuscire a regolare e
circoscrivere l’atto della grazia tentando di prediligere un equilibrio tra finalità umana e politica, senza eludere ne l’uno
ne l’altro come si è fatto in questo caso con l’unico valore umanitario da
dover rispettare, oltre che salvaguardando
quei valori che il Presidente della Repubblica è chiamato a proteggere.
-D.Amatulli