lunedì 20 giugno 2016

Amministrative 2016 - M5S forte ai ballottaggi, PD cerchi rinnovamento.


Il giorno dopo i ballottaggi, spinti anche dalla completezza dei risultati, ci si accalca ad analizzarli. Numerose sono le chiavi di lettura, diversi sono i punti di vista da cui prendere spunto per un'analisi completa. Dato che non voglio dilungarmi troppo, analizzo quelli che, secondo me, sono i risultati più importanti, quelli che più di tutti hanno colpito: a Roma e a Torino il M5S ha trionfato, anche con vittorie schiaccianti. Si incorona un processo che avrebbe, prima o poi, cambiato lo scacchiere e stravolto le tradizionali divisioni. Nella costante ricerca di personificazione delle battaglie politiche, si è costituito un nemico comune nella figura di Renzi; di coerente riflesso, nel PD.



Li dove cresce la sfiducia, incalza l'opposizione alla politica di governo e nei confronti dei partiti tradizionali; chi segue l'onda di questo trend, ha più possibilità d'altri di avere la meglio. Ma queste sono condizioni adatte anche a costituire un fronte "antirenziano", seppur diviso dalle tradizionali appartenenze partitiche o di schieramento. Lo si comprende in presenza di un ribaltamento o di una sconfitta più netta che nel primo turno, quando persino il centrodestra è compattò nel preferire un candidato 5S. Questo rappresenta un movimento che taglia trasversalmente i due tradizionali schieramenti "destra-sinistra", quindi più vicino di altri alle preferenze dell'elettore insieme di Destra e di Sinistra, sia se sfiduciato o se spinto solo dalla necessità di scegliere "l'uno o l'altro".



Per riassumere il tutto cito il Segretario Metropolitano dei GD Terra di Bari e caro amico Davide Montanaro, che in un post su Facebook dice: "Un primo dato chiaro viene fuori da questo ballottaggio: il centrodestra torna a vincere a Roma e Torino"



E' evidente però che la vittoria non sia stata portata solo dall'appoggio dell'elettorato di centrodestra. Nei casi più eclatanti, la sconfitta deriva da un passato di mal gestione amministrativa che svuota di contenuti persino i progetti politici più innovativi. Nel caso di Roma, con ancora fresca la ferita del commissariamento, persino negli ambienti più schierati c'era scetticismo sulla vittoria di Giachetti sulla Meloni; le divisioni interne del Centrodestra hanno favorito il passaggio di Giachetti al secondo turno. Questa è l'apice di un momento storico che non poteva che portare il voto di protesta e la sfiducia a vincere queste elezioni.



Questi risultati non possono che portarmi a fare un riferimento nazionale: dopo aver vinto 19 ballottaggi su 20, il M5S mostra quanto sia capace di attrarre, più di altri, l'elettorato mobile. Chi decide di privarsi di una bandiera, del riferimento partitico o di uno schieramento, cerca le soluzioni concrete da chi rappresenta il volto giovane di questa politica; quella con il "volto pulito". Li dove era il PD a rappresentare questi aspetti, la vittoria è giunta; anche se alcune volte di misura; anche se consideriamo piccole città.  Ed è proprio questa la direzione da dover prendere per il cambiamento. Il rinnovamento dirigenziale deve essere l’obiettivo prioritario. A questo deve seguire un cambiamento nella gestione della politica di governo.

Stefano Minerva. 30 anni. Dirigente Nazionale dei Giovani Democratici nel 2012 delega ai Saperi ed al Mezzogiorno, dal 2014 responsabile nazionale Organizzazione e Tesseramento. Sindaco di Gallipoli.
            - Daniele Amatulli