giovedì 18 febbraio 2016

É ora di svegliarsi Unioni Civili

A partire dal 28 gennaio è iniziata la discussione in Senato sul ddl Cirinná che regola le unioni civili tra persone dello stesso sesso, stabilisce diritti e doveri delle coppie omosessuali, i rapporti personali (l’obbligo reciproco all’assistenza materiale e morale, alla fedeltà e alla coabitazione) e la stepchild adoption, cioè l’adozione del figlio di uno dei due coniugi.
Andando oltre la riforma stessa, interessanti sono le reazione di partiti politici e società alla notizia del ddl. La riforma è stata presentata dalla senatrice Dem Monica Cirinná. La componente cristiana dei Dem ha dimostrato titubanza sul punto caldo, cioè la stepchild. Di fatto si sono introdotte regole più stringenti sull’adozione e in difesa dei diritti dei minori. La Lega Nord e il suo leader Salvini si dicono contrari, mentre il Leader Berlusconi al suo partito FI da libertà di coscienza sul voto. NCD e il duo leader Alfano si sono apertamente schierati contro la Stepchild, chiedendo a CattoDem e 5S di votare per il NO alla riforma. Dopo una prima apertura da parte del m5s che appoggiarono la riforma a patto che questa non venisse snaturata nella contrattazione a ribasso con i centristi, successivamente le cose sono cambiate. Quando ci si rese conto, a detta di un senatore dello stesso m5s, che anche senza la Stepchild molti componenti del m5s avrebbero sostenuto comunque la riforma, da Grillo è giunta la direttiva di un voto secondo coscienza. Abbandonano la linea iniziale di assoluta apertura in particolare per evitare le naturali dinamiche interne di un partito, che avrebbe provocato dibattito, forse spaccature e la formazione di una linea maggioritaria e una minoritaria. A quel punto sarebbe stato difficile distinguere il movimento da un qualunque partito di massa. Una scelta che fa discutere, certo, ma che soprattutto suscita non poche perplessità dal punto di vista prettamente politico.
Se la partita alle camere la si gioca principalmente tra Dem e 5s, nelle principali piazze migliaia di persone si sono incontrate per sostenere la riforma, sottolineando che sia arrivato il tempo di allinearsi ai diritti riconosciuti già in Europa e, in generale, nel mondo occidentale.
Ma oltre a quelle favorevoli, si sono susseguite manifestazioni contrarie, capeggiate dai partiti di Centrodestra che si dicono soddisfatti del gran numero di adesioni alla manifestazione. Talmente soddisfatti da portare il Leader Salvini a trovare un accordo con i Dem, riducendo i quasi 6000 emendamenti a soli 500, la maggior parte riguardanti la sola Stepchild.
La Stepchild rappresenta l’elemento di discussione più spinoso. Nonostante, secondo recenti sondaggi, la maggioranza degli italiani vorrebbero una riforma totalmente laica, oltre a susseguirsi posizioni di donne e uomini della politica vicine al pensiero prettamente cattolico, fortissime sono le dichiarazioni di esponenti più o meno importanti della Chiesa, che ostacolano la riforma con un moralismo diretto alla protezione dei bambini perlopiù basato su luoghi comuni, facendo semplicemente leva sui cuori di chi li ascolta. Ma non ci si ferma solo a questo: il cardinal Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha elencato tutti quei passaggi della riforma che, a parer suo, andrebbero cassati, ed ha anche richiesto il voto segreto per la votazione al Senato, come se ora la scelta fosse prerogativa della Chiesa e non di una delle quattro cariche dello Stato, in questo caso del Presidente del Senato Pietro Grasso. In tale occasione si è stabilito un precedente fortemente negativo, con un tentativo di ingerenza della Chiesa nella Cosa Pubblica. E se, secondo il sondaggio sopra riportato, tali affermazioni lascino il tempo che trovano, importanti sono le dichiarazioni al di fuori di ogni contesto politico o religioso, come ad esempio quella del presidente della Società italiana di pediatria, Giovanni Corsello, che afferma come non si possano “escludere […] ricadute negative sui processi di sviluppo psichici e relazionali nell’età evolutiva” dei bambini. Un’affermazione senza fondamenti scientifici, che per altro viene facilmente smontata da una dichiarazione dell’Ordine degli psicologi italiani di appena due anni, che afferma: “ Non è certamente la doppia genitorialità a garantire uno sviluppo equilibrato e sereno dei bambini, ma la qualità delle relazioni affettive. Da tempo infatti la letteratura scientifica e le ricerche in quest’ambito sono concorsi nell’affermare che il sano ed armonioso sviluppo dei bambini e delle bambine, all’interno delle famiglie omogenitoriali, non risulta in alcun modo pregiudicato o compromesso”.

Riprendendo la riforma nel suo insieme, è indubbio che sia necessaria. Da solito fanalino di coda per i diritti, è giunto il momento di allinearsi a quelli che sono, oramai, gli standard dei diritti civili. Ostacolare la possibilità di una coppia omosessuale di unirsi in matrimonio con un pensiero chiuso è di unirsi in matrimonio con un pensiero chiuso è di 
per se sbagliato, soprattutto se si fa leva semplicemente sull’immagine di una famiglia tradizionale, che se nella mente di qualcuno è vista come qualcosa di intoccabile e indistruttibile, nell’atto pratico risulta debole e dipendente solo e soltanto da chi la compone (come qualunque altra relazione sociale). Tutte le donne e gli uomini devono essere liberi di sposarsi con chi vogliono e di amare chi vogliono. Perché di amore stiamo parlando. Ognuno di noi può anche essere contrario, ma ciò non implica che lo Stato non possa garantire anche alle coppie omosessuali diritti e doveri, proprio nell’ottica di uguaglianza.

lunedì 8 febbraio 2016

Circolare nella nostra Europa - Il trattato di Schengen

In questi giorni ci si domanda quale possa essere la fine del trattato di Schengen. Questo ha l’obiettivo di dare libertà di circolazione delle persone nell’area Schengen con l’eliminazione dei controlli delle frontiere interne, con conseguente miglioramento della difesa delle frontiere esterne. Il tutto é collegato ad una unione delle forze di polizia per la difesa delle frontiere esterne dell’area Schengen e per la lotta alla criminalità organizzata.
I governo nazionali e l'Europa stessa si piegano davanti alla paura e alla prima difficoltà nei confronti del terrorismo e del controllo dei flussi migratori. Pur considerando questo un processo agli intenti, abrogare il trattato di Schengen rappresenta di fatto un enorme passo indietro per l’Europa e, volente o nolente, per i governi nazionali che la compongono e rappresentano. La libertà di circolazione delle persone rappresenta una delle cosiddette ”quattro liberta” contenuti nei principi fondanti della stessa Unione Europea.
Questo pare il primo problema: pur considerandolo un principio fondante, non è che contenuto in un trattato, dando quindi ad ogni paese membro la possibilità di abrogarlo temporaneamente a proprio piacimento. Mai come in questo momento risulta necessario una Costituzione europea. Dopo che il primo tentativo (che risale al 2004) della Convenzione Europea per la stesura di una Costituzione fallì, anche se frutto di un lavoro che voleva guardare alla futura Europa dopo i fatti dell’11 settembre 2001 (sicurezza e controllo più coerente delle frontiere erano punti fondamentali), in questo momento di pericolo internazionale è necessario giungere alla stesura di una Carta che coinvolga tutti i paesi membri per un lavoro che sia unitario.
La risposta dei governi nazionali di sospensione il trattato di Schengen, se fortifica le proprie frontiere interne, indebolisce però l’intera Europa e gli altri Stati membri. In un certo senso, è come se l’Unione Europea si facesse un po' più piccola, come se i confini si ritraessero e a questo punto non si nota una vera e propria differenza tra un’Unione Europea e una Comunità Europea.
La lotta al terrorismo e il controllo dei flussi migratori devono essere problemi da affrontare unitariamente. Inutile soffermarci ancora una volta sulla questione migratoria, visto che una collaborazione sulle quote di migranti da gestire per ogni singolo Stato che compone l’Unione Europea potrebbe essere la soluzione. Ma la protezione delle frontiere esterne è un problema imprescindibile che può essere guardato e affrontato diversamente a seconda delle proprie vedute.
Si presuppone che il problema possa essere affrontato diversamente, nel pieno rispetto del trattato di Schengen e dei principi fondanti dell’Unione Europea, puntando a difendere i confini dell’Unione Europea, con le forze di Polizia che collaborano tutte con gli unici obiettivi di difendere i confini dell’area Schengen e la protezione interna degli stati membri senza guardare ai confini dei singoli Stati.
Non è una visione inverosimile o impraticabile. È una visione europeista che coglie le potenzialità di questa Unione Europea che deve mostrare tutta la sua forza, fondata sulle libertà e sull’unione.
-D.Amatulli