Il 25 febbraio si è votata in prima lettura la legge Cirinnà sulle Unioni Civili. E’ il risultato di un
compromesso con centristi e moderati,
che ha portato allo stralcio della Stepchild
Adoption, con il relativo sostegno di gran parte dell’opposizione. Una
simile scelta, seppur discutibile, è lineare e diretta a fare un primo
importante passo.
Nel Senato il PD non aveva i numeri; Per via di un numero comunque più
stringato di senatori rispetto ai deputati, i Dem avevano bisogno del sostegno di una compagine con un certo peso
politico per riuscire a fronteggiare i moderati. Se i Dem contano 112 senatori, da cui si dovrebbero togliere i 36 Catto Dem del documento che richiedeva
di stralciare la Stepchild (forse 20, dopo la pubblicazione della lista dei
nomi sul sito Gay.it), dando poi per scontato che Autonomisti e altri
fossero compatti per il SI, si
conterebbero appena 112/128 voti
favorevoli, contro i 137 contrari (FI,
LN, CR, AP e Altri). Se ci fosse stato il
sostegno unanime del m5s, i Dem avrebbe potuto contare su 138/154 voti favorevoli (76/92 per i
Dem, 35 per i 5s, 20 e 7 rispettivamente per Aut. E Altri). Abbastanza per far
passare la legge e blindarla alla camera, dove la maggioranza dei Dem è molto
più forte.
Ma il m5s, tra contraddizioni, passi indietro,
voti di coscienza e mere strumentalizzazioni politiche, ha ostacolato il
tutto, tentando ad ogni costo di rallentare un iter tra le camere già
abbastanza lento. Di fatto, il problema sicuramente più spinoso e lento da
sbrigare erano gli emendamenti, il grosso riguardanti la Stepchild, per altro piuttosto simili tra loro. A questo punto
l’unica scelta possibile sarebbe stato il cosiddetto Canguro, che permetteva di bocciare in blocco gran parte degli
emendamenti sufficientemente simili. Ma i 5S votano contro il Canguro,
descrivendola come pratica anti-costituzionale. Ed è qui che c’è la strumentalizzazione
politica, dato che tentano di mettere i bastoni tra le ruote per l’approvazione
di una legge che loro stessi richiesero di non snaturare. La lettura di ogni
singolo emendamento avrebbe, quindi, portato solo ad una perdita di tempo o,
addirittura, all’approvazione di emendamenti che di fatto avrebbero snaturato
la legge.
A questo
punto, è necessario sottolineare la legittimità del Canguro, sancito dall’art.85
comma 8 del regolamento della Camera, che dice:
·
Qualora siano stati presentati ad
uno stesso testo una pluralità di emendamenti, subemendamenti o articoli
aggiuntivi tra loro differenti esclusivamente per variazione a scalare di cifre
o dati o espressioni altrimenti graduate, il Presidente pone in votazione
quello che più si allontana dal testo originario e un determinato numero di
emendamenti intermedi sino all'emendamento più vicino al testo originario,
dichiarando assorbiti gli altri. Nella determinazione degli emendamenti da
porre in votazione il Presidente terrà conto dell'entità delle differenze tra
gli emendamenti proposti e della rilevanza delle variazioni a scalare in
relazione alla materia oggetto degli emendamenti. Qualora il Presidente ritenga
opportuno consultare l'Assemblea, questa decide senza discussione per alzata di
mano. E' altresì in facoltà del Presidente di modificare l'ordine delle
votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell'economia o della chiarezza
delle votazioni stesse.
Insomma, se gli emendamenti
presentati sono simili tra loro dopo aver votato i più differenti dal testo
originale e quelli intermedi sino a quello più vicino al testo originale, il
risultato della votazione si riferisce anche a tutti gli altri. Quindi, se
quelli votati vengono bocciati, lo saranno anche quelli sufficientemente
simili.
Per altro nella storia abbiamo anche
dei precedenti di Canguro: venne usato la prima volta nel 1996 da l’allora Presidente
del Senato Nicola Mancino (PPI) per “analogia
all’articolo 85 del regolamento della Camera”, stabilendo di fatto un
precedente importantissimo. Da allora, infatti, il regolamento interno di
Montecitorio verrà messo quasi del tutto da parte. Venne utilizzato anche nel 2004 e nel 2006 da Marcello Pera (FI)
e piuttosto recentemente, nel 29 Luglio del 2014, da Pietro Grasso; dopo aver bocciato un emendamento di SEL sulla riforma del Senato, in blocco
vennero bocciati 1.400 emendamenti ritenuti sufficientemente simili. Il
Presidente del Senato, spinto anche dalle opposizioni e non certo della
legittimità dell’atto, riunì la giunta
del regolamento che ne sancì la
legittimità con 10 voti favorevoli e 4 contrari.
Tirando le somme sulla questione, il
Canguro, nel pieno rispetto del regolamento, avrebbe ridotto i tempi, giungendo
quanto prima a votare la legge. Ma così non è stato. Di fatto, con il palese dietro front pentastellato, i
Dem hanno deciso di cercare i numeri con altre gruppi partitici, trovando in
chi era contro la stepchild un probabile alleato per far passare in prima
lettura la legge. Per quanto sicuramente
castrata, avrebbe garantito un primo
importante passo.
Gli obiettivi sono evidenti: se in
Senato i numeri erano stringati, alla Camera
la maggioranza Dem è forte e i numeri ci sono. I Dem alla camera contano 301 deputati, contro i 156 dei contrari alla Stepchild (FI,
LN, FdI, Altri e GM) e anche se la
coscienza del m5s e di Sinistra Italiana non funzionasse a dovere,
arriverebbero comunque ad appena 279
voti contrari.
A questo punto sarebbe possibile da
parte dei Dem presentare una legge sulle adozioni da allegare alla legge sulle
Unioni Civili per poi rimandarla al Senato blindata.
Al
passaggio della legge al Senato, ci sarebbe la riprova della coscienza del m5s.
-Daniele
Amatulli