lunedì 8 febbraio 2016

Circolare nella nostra Europa - Il trattato di Schengen

In questi giorni ci si domanda quale possa essere la fine del trattato di Schengen. Questo ha l’obiettivo di dare libertà di circolazione delle persone nell’area Schengen con l’eliminazione dei controlli delle frontiere interne, con conseguente miglioramento della difesa delle frontiere esterne. Il tutto é collegato ad una unione delle forze di polizia per la difesa delle frontiere esterne dell’area Schengen e per la lotta alla criminalità organizzata.
I governo nazionali e l'Europa stessa si piegano davanti alla paura e alla prima difficoltà nei confronti del terrorismo e del controllo dei flussi migratori. Pur considerando questo un processo agli intenti, abrogare il trattato di Schengen rappresenta di fatto un enorme passo indietro per l’Europa e, volente o nolente, per i governi nazionali che la compongono e rappresentano. La libertà di circolazione delle persone rappresenta una delle cosiddette ”quattro liberta” contenuti nei principi fondanti della stessa Unione Europea.
Questo pare il primo problema: pur considerandolo un principio fondante, non è che contenuto in un trattato, dando quindi ad ogni paese membro la possibilità di abrogarlo temporaneamente a proprio piacimento. Mai come in questo momento risulta necessario una Costituzione europea. Dopo che il primo tentativo (che risale al 2004) della Convenzione Europea per la stesura di una Costituzione fallì, anche se frutto di un lavoro che voleva guardare alla futura Europa dopo i fatti dell’11 settembre 2001 (sicurezza e controllo più coerente delle frontiere erano punti fondamentali), in questo momento di pericolo internazionale è necessario giungere alla stesura di una Carta che coinvolga tutti i paesi membri per un lavoro che sia unitario.
La risposta dei governi nazionali di sospensione il trattato di Schengen, se fortifica le proprie frontiere interne, indebolisce però l’intera Europa e gli altri Stati membri. In un certo senso, è come se l’Unione Europea si facesse un po' più piccola, come se i confini si ritraessero e a questo punto non si nota una vera e propria differenza tra un’Unione Europea e una Comunità Europea.
La lotta al terrorismo e il controllo dei flussi migratori devono essere problemi da affrontare unitariamente. Inutile soffermarci ancora una volta sulla questione migratoria, visto che una collaborazione sulle quote di migranti da gestire per ogni singolo Stato che compone l’Unione Europea potrebbe essere la soluzione. Ma la protezione delle frontiere esterne è un problema imprescindibile che può essere guardato e affrontato diversamente a seconda delle proprie vedute.
Si presuppone che il problema possa essere affrontato diversamente, nel pieno rispetto del trattato di Schengen e dei principi fondanti dell’Unione Europea, puntando a difendere i confini dell’Unione Europea, con le forze di Polizia che collaborano tutte con gli unici obiettivi di difendere i confini dell’area Schengen e la protezione interna degli stati membri senza guardare ai confini dei singoli Stati.
Non è una visione inverosimile o impraticabile. È una visione europeista che coglie le potenzialità di questa Unione Europea che deve mostrare tutta la sua forza, fondata sulle libertà e sull’unione.
-D.Amatulli



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