sabato 16 aprile 2016

Giovani Democratici NoTriv

Nel nostro circolo abbiamo affrontato un tema che riguarda tutti: le trivelle nei nostri mari. Il 17 aprile, il giorno del referendum abrogativo, si avvicina e il nostro obiettivo è quello di parlarne, di rendere tutti consapevoli dell’importanza del voto; nello specifico, per noi è importante votare si.
E’ una battaglia che interessa tutti; attraversa come una linea orizzontale ogni forza politica e sociale. Una delle poche battaglie che può accumunare tutti, chi è di sinistra o chi è di destra, chi non ha appartenenza partitica o chi proprio dei partiti non ne vuole sentir parlare. Si parla del nostro territorio, del territorio di tutti.
Quella che dovrebbe essere una battaglia ad esclusivo interesse delle città costiere raggiunge invece l’entroterra e qui, ad Alberobello, il tema della protezione del territorio e del paesaggio lo abbiamo a cuore. Nel momento stesso in cui si va a toccare il territorio, anche se lontano decine e decine di chilometri, ci sentiamo toccati nel profondo. In particolare perché abbiamo compreso che Alberobello non deve essere un elemento da prendere a compartimento stagno, ma deve essere inserito all’interno di un contesto territoriale, che esso sia la Valle d’Itria o la Regione Puglia nella sua interezza.
Detto ciò, come si può pensare che un danno al nostro mare non possa avere ricadute sulla nostra Alberobello?  
Pensate che a largo di Lampedusa, a 120 KM dalla costa, appena qualche settimana fa ci sono stati sversamenti di petrolio. Bisogna fare chiarezza sulle cause, i danni e le responsabilità, ma pensate che cosa possa succedere se accadesse lo stesso a 12 miglia dalle nostre coste. Qualcuno dice che gli impianti saranno tra i più moderna, tra i più sicuri. Ma i danni ambientali non possono essere riservati a ragionamenti probabilistici. Anche se si riduce, la percentuale di danni ambientali è reale e frutto di premura nei confronti del nostro territorio.
Tornando al punto, le trivelle cosa rappresentano? Rappresentano il tentativo di non essere dipendenti dal punto di vista energetico da altri paese. Chi dipende per l’energia da altri paesi è geopoliticamente debole e questo è oggettivo. Ma la quantità e qualità di idrocarburi nei nostri mari, ci renderebbe tutt’altro che indipendenti. Considerando il fabbisogno attuale, il petrolio estraibile dai nostri mari basterebbe per appena 8 settimane di utilizzo, per il gas appena 6 mesi. Dal punto di vista energetico, quindi, siamo e saremo ancora dipendenti da altri paesi. A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi se ci siano alternative; Ebbene le alternative ci sono! Ricerca e innovazione sono il futura. Le energie rinnovabili ci permetterebbero di produrre in casa parte del bisogno energetico della nostra regione.
Se le questioni prettamente economiche, geopolitiche o ambientali proprio non ci interessano, penso che l’elemento imprescindibile, alla base di questo referendum sia la volontà di ognuno di noi di poter decidere in che posto e in che condizioni ambientali vivere. Se c’è qualcuno che vuol votare NO, a differenza nostra, è bene che lo faccia nella piena consapevolezza della propria scelta, dei cambiamenti presenti, ma soprattutto di quelli futuri.

Arginare gli ambiti di dipendenza attraverso investimenti per le energie rinnovabili, arricchire non solo i grandi brand petroliferi, perlopiù stranieri, ma ogni singolo comune e cittadino, sono gli obiettivi che DOBBIAMO raggiungere. Preservare l’ambiente, il nostro ecosistema e la nostra più grande ricchezza, il turismo, sono gli obbiettivi che POSSIAMO raggiungere al referendum abrogativo del 17 aprile votando SI. 

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