domenica 10 maggio 2015

ILVA: cercasi soluzione.


Spesso accade che un territorio sia identificato tramite particolarità ambientali e paesaggistiche o anche culinarie ed enogastronomiche,questo nello specifico è quello che accade al nostro territorio,alla Puglia e particolarmente all'area tra sud barese e zona tarantina.Prima conosciuti per le nostre usanze e per i posti paradisiaci sparsi per tutta la nostra regione,da qualche tempo una nota negativa ed estremamente penalizzante sta attirando l'attenzione sul tacco dello stivale.

Parliamo indubbiamente della situazione Ilva,al centro di polemiche,scandali e procedimenti giudiziari da qualche tempo. Si parla di disastro ambientale,di  inquinamento e di deturpazione del territorio da un lato,dall'altro troviamo la mancanza di lavoro,il problema occupazionale e il disagio di migliaia di operatori dell'azienda in stato di cassa integrazione o peggio,che hanno visto terminare il proprio rapporto di lavoro con l'impero Riva. La diatriba si articola principalmente su queste due tematiche,è lecito individuare a nostro parere tre fronti,il fronte interventista per l'ambiente che mira alla più immediata chiusura dello stabilimento inneggiando alla salvaguardia del territorio circostante,un gruppo nutrito di persone che mirano invece a tenere aperta l'acciaieria di certo comprendendo il danno ambientale ma guardando con i propri occhi lo spettro inquietante della perdita di lavoro ed una terza categoria,più mite che potremmo definire quasi "centrista" ossia la fetta di popolazione che comprendendo da una parte il danno ambientale ormai assodato dall'altra immagina o quanto meno intuisce la portata del danno sociale procurato alla popolazione,se l'azienda chiudesse.

Da inizio 2015 le vicissitudini sono state tante e varie,dallo sciopero degli operatori dell'indotto alla dichiarazione da parte del tribunale di "stato di insolvenza" da parte dell'azienda,la chiusura dell'altoforno 5,ancora scioperi e tir che bloccano le strade,voci confermate di esuberi e tagli fino alla notizia diffusa a fine Aprile che ipotizzava una vendita di macchinari da parte del colosso dell'acciaio. La dicitura,riguardante l'ultima notizia faceva riferimento a "macchinari inutilizzati" ma sappiamo bene che quando un'azienda arriva a dover vendere parte del proprio parco macchine la situazione di certo non è delle migliori. Nel frattempo continua l'allarmismo giustificato o meno di associazioni di qualsiasi stampo,da quelle ambientali a quelle sociali che accusano e alimentano questioni già di per se roventi. Le voci in campo sono differenti,lavoratori da una parte,cittadini tarantini dall'altra e nel bel mezzo di tutto ciò la voce a tratti potente e a tratti sottomessa della legge. Non dimenticando lo scalpore delle intercettazioni pubblicate tra uomini della regione e dirigenti Ilva,ciliegina sulla torta,una torta quanto mai avvelenata. Giungendo ai giorni nostri,sono recenti le dichiarazioni del candidato Michele Emiliano il quale si mostra disposto a chiudere lo stabilimento li dove non ci sia possibilità di recupero,altre polemiche,altri elementi che si indignano,panico generale e tanto vociare inutile. Personalmente penso che procedere a compartimenti stagni in una situazione del genere sia quanto di più deleterio si possa fare,chiusura no,riapertura in quelle condizioni neanche. La parolina magica,ma al tempo stesso dannata sembrerebbe essere,bonifica. Si proprio bonifica,non sinonimo di radiamo al suolo ne sinonimo di soldi intascati e nulla di fatto,bonifica reale,programmata,studiata e ponderata,affidata alle tante eccellenze del settore presenti nella nostra regione,bonifica si tradurrebbe in lavoro,in opportunità. Sarebbe la via di mezzo,quel sentiero stretto ma sicuro tra due burroni senza fine. Forse perchè giovani, noi crediamo fortemente nella bonifica come opportunità per gli stessi operai,per la stessa Ilva e per la città di Taranto di avere,una seconda opportunità,si passatemi l'espressione, un'opportunità per una seconda opportunità. Taranto merita questo,i tarantini meritano questo,e non credete a chi vi dice che Ilva,lavoro e ambiente sono parole tra loro contrastanti,il fattore comune tra queste semplici parole,è il fattore bonifica,di certo,non in mano ai Riva!! 




Nessun commento:

Posta un commento