mercoledì 13 gennaio 2016

Le responsabilità di un'amministrazione - Ex Mercato Coperto

21 dicembre. Sequestro dell’area ex Mercato Coperto. Se sino al giorno del sequestro l’amministrazione ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di ascoltare le opinioni contrarie, solo successivamente, con grande e sincero stupore, sono riusciti ad abbassare ancor di più l’asticella della dibattito democratico. Si è deciso a questo punto che lo scambio d’opinione si dovesse letteralmente mettere da parte. Lo scherno e persino l’utilizzo della paura sarebbero stati i nuovi strumenti di comunicazione.

La paura. Dover in qualche modo incutere timore in chi legge o ascolta, millantando querele e richieste di risarcimenti ai responsabili.

E chi sono i responsabili? I cittadini che non erano d’accordo con il progetto?

E quale sarebbe la loro colpa? Non aver preferito la strada dell'omertà, decidendo di mettere in luce ad ogni costo tutti quei vizi – amministrativi e tecnici – che sono divenuti lampanti grazie ad un lavoro di gruppo, con le conoscenze di ogni natura e tramite partecipazione e discussione democratica.

Non ci sono stati sabotaggi, anzi i lavori in cantiere sono andati piuttosto veloce, nonostante tutto.
Studiando tutti i vizi si è deciso di esporli agli organi competenti.

Dopo i tanti atti pubblici ricevuti dall'amministrazione e la denuncia di un privato cittadino, si è giunti al sequestro dell’area dell’ex mercato coperto. Questo procedimento non avviene per poter avere il tempo di rileggere le carte, come qualcuno paventava, ma perché il PM dopo un’analisi dei fatti ha constatato una ipotesi di reato, che sarà poi giudicato nelle aule preposte. Questo non è un atto dovuto: dopo una denuncia, non avviene l’immediato avviso di garanzia. Solo dopo aver letto le carte e se il PM ravvisa che ci sia un reato, allora si apre un procedimento penale, come in questo caso.

Più volte si è richiesto di fare un passo indietro, almeno finché era possibile farlo. Ma la volontà prettamente politica ha preso il sopravvento: il progetta doveva essere compiuto.
L’errore principale, quello probabilmente più importante, fu proprio questo: non tornare indietro; non constatare l’effettivo rischio che comportava andare avanti.

Piuttosto si è preferito mostrarsi in pubblico e affermare, con assoluta sicurezza, che il progetto si sarebbe concluso (pensate, avrebbero invitato anche noi per l’inaugurazione. Aspettiamo ancora); il Sindaco affermò persino che la responsabilità sarebbero state sue, tanto ci credeva in questo progetto.
Ma non ha tenuto la parola data: proprio ora che sarebbe stato necessario, per l’appunto, un’umile chiarimento per rispondere delle proprie responsabilità, si decide  arbitrariamente che i responsabili sono altri.

Seppur la scelta amministrativa e politica di continuare ad ogni costo rappresenti di per se una responsabilità, ora i responsabili non sono più i nostri amministratori, colpevoli di errori tecnici e progettuali, ma i cittadini che hanno avuto la forza di mettere sotto gli occhi di tutti quegli errori che hanno poi portato al sequestro dell’area.

A questo punto riteniamo inutile un ulteriore appello per richiamare gli amministratori alla ragione. Crediamo sia giusto piuttosto chiedere ai cittadini di non cadere nella mera provocazione e che, soprattutto, non si debbono difendere da alcuna accusa, non avendo né colpe né responsabilità.

Le colpe e le responsabilità sono dei nostri amministratori che hanno proseguito sulla propria strada non ascoltando altre ragioni se non le proprie. Nonostante tutto.

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