lunedì 11 gennaio 2016

Questa Europa da due pesi e due misure

“Non raccontateci che state donando il sangue all’UE”. Le parole di Matteo Renzi nei confronti della Cancelliera Angela Merkel sono precise, trasparenti e quanto mai vicine a quello che è il pensiero di un gran numero di italiani ed europei.
L’idea che muove la Germania è di per sé sbagliata: pensare che il bene della Germania sia anche il bene dell’Europa demolisce il fondamento di unità che ha portato alla nascita della stessa Unione Europea. L’Unione Europea è composta da Stati con problemi – che siano essi politici, economici o sociali – che li caratterizzano. Immaginare un’Europa come un unico blocco di paesi con gli stessi sintomi a cui viene proposta la stessa diagnosi, non può che portare ad un’Europa divisa nelle condizioni economiche e quindi ad un’Europa con due pesi e due misure.
“Senza entrare nel merito delle motivazioni politiche del rinnovo, sulle sanzioni alla Russia ci limitiamo a constatare i risvolti economici che dimostrano come si tratti di un colpo a salve per l’Europa e gli USA, con la beffa che il Paese a essere maggiormente penalizzato è proprio l’Italia”. Queste sono le parole del presidente dell’Unione interparlamentare Italia-Russia, Alessandro Pagano. Questo è solo un esempio di una Europa da due pesi e due misure.
Durante il 2015, le esportazioni del Made in Italy crescono soprattutto verso i paesi del sud-est asiatico, in cui i prodotti italiani non vengono colpiti dal rallentamento dei mercati emergenti.
Se la produzione tessile, dell’abbigliamento, della pelletteria, ma anche della metallurgia e della meccanica strumentale rappresentano una grossa fetta dell’esportazione italiana, Il settore trainante è quello agroalimentare che registra una crescita del 40%.
A questi ottimi risultati bisogno aggiungere un dato fortemente negativo per effetto dall’embargo alla Russia: l’esportazione in Russia è calata del 25,9%. Per altro l’embargo colpisce principalmente prodotti alimentari e tessili. Insomma, i settori trainanti dell’esportazione italiana.
A questo bisogna aggiungere che, come nei mercati asiatici, in Russia il Made in Italy è molto richiesto a tal punto da abbattere l’Italian Sounding (le imitazioni, per intenderci). Con questo embargo le industrie locali in Russia recuperano quote di mercato rischiando di rosicare totalmente i profitti dell’esportazione italiana.
A questo punto ci si chiede se l’embargo sia funzionale più a punire la Russia o i paesi dell’Europa stessa. Ci si dovrebbe chiedere, più di ogni altra cosa, se la decisione dell’embargo alla Russia sia stata presa prendendo in considerazione gli effetti negativi sui mercati di tutti gli Stati membri. È da queste scelte che si evince che manca unione di intenti nelle scelte di questa Europa.

-D.Amatulli

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