“Non raccontateci che state donando
il sangue all’UE”.
Le parole di Matteo Renzi nei
confronti della Cancelliera Angela
Merkel sono precise, trasparenti e quanto mai vicine a quello che è il
pensiero di un gran numero di italiani ed europei.
L’idea che muove la Germania è di
per sé sbagliata: pensare che il bene
della Germania sia anche il bene dell’Europa demolisce il fondamento di
unità che ha portato alla nascita della stessa Unione Europea. L’Unione Europea
è composta da Stati con problemi – che siano essi politici, economici o sociali
– che li caratterizzano. Immaginare un’Europa come un unico blocco di paesi con
gli stessi sintomi a cui viene proposta la stessa diagnosi, non può che portare
ad un’Europa divisa nelle condizioni economiche e quindi ad un’Europa con due pesi e due misure.
“Senza entrare nel merito delle
motivazioni politiche del rinnovo, sulle sanzioni alla Russia ci limitiamo a
constatare i risvolti economici che dimostrano come si tratti di un colpo a
salve per l’Europa e gli USA, con la beffa che il Paese a essere maggiormente
penalizzato è proprio l’Italia”. Queste
sono le parole del presidente dell’Unione interparlamentare Italia-Russia, Alessandro Pagano. Questo è solo un
esempio di una Europa da due pesi e due misure.
Durante il 2015, le esportazioni del Made
in Italy crescono soprattutto verso i paesi del sud-est asiatico, in cui i prodotti italiani non vengono colpiti dal
rallentamento dei mercati emergenti.
Se la produzione tessile,
dell’abbigliamento, della pelletteria, ma anche della metallurgia e della
meccanica strumentale rappresentano una grossa fetta dell’esportazione
italiana, Il settore trainante è quello agroalimentare
che registra una crescita del 40%.
A questi ottimi risultati bisogno
aggiungere un dato fortemente negativo per effetto dall’embargo alla Russia:
l’esportazione in Russia è calata del
25,9%. Per altro l’embargo colpisce principalmente prodotti alimentari e
tessili. Insomma, i settori trainanti dell’esportazione italiana.
A questo bisogna aggiungere che,
come nei mercati asiatici, in Russia il
Made in Italy è molto richiesto a tal punto da abbattere l’Italian Sounding
(le imitazioni, per intenderci). Con questo embargo le industrie locali in Russia
recuperano quote di mercato rischiando di rosicare totalmente i profitti
dell’esportazione italiana.
A questo punto ci si chiede se
l’embargo sia funzionale più a punire la Russia o i paesi dell’Europa stessa.
Ci si dovrebbe chiedere, più di ogni altra cosa, se la decisione dell’embargo
alla Russia sia stata presa prendendo in considerazione gli effetti negativi
sui mercati di tutti gli Stati membri. È da queste scelte che si evince che
manca unione di intenti nelle scelte di questa Europa.
-D.Amatulli
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